Mezzi, modelli, tecnologie e infrastrutture per una logistica sostenibile (parte 3 di 4)

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Autore: 

Andrea Payaro

Note sull'Autore: 

Payaro Eng. Andrea
Ph.D. Business Management
Certified by European Logistics Association - ELA
Member of board SCM Academy
www.payaro.it

 Lo sviluppo di una logistica sostenibile

Fare Logistica Sostenibile non è solo limitare le emissioni inquinanti, ma occorre anche considerare diversi elementi:

-     mezzi

-     modelli

-     tecnologie

-     infrastrutture

Il mezzo è il responsabile diretto del trasporto della merce. Vi sono mezzi che hanno un elevato impatto ambientale, ma che vengono considerati ad alta flessibilità, come nel caso del trasporto su strada, oppure mezzi a impatto molto più basso ma con flessibilità sicuramente ridotta, come nel caso del trasporto su ferro. Relativamente ai mezzi, logistica sostenibile quindi significa l’adozione di soluzioni che minimizzano l’emissione di gas inquinanti e la congestione del traffico. Una soluzione potrebbe essere rappresentata sia dall’uso di mezzi a minore impatto (mezzi G.P.L. o metano, categorie Euro 4 o superiori), oppure dall’adozione di mezzi a combustibili alternativi ai derivati del petrolio (ad esempio il biodiesel), ma anche l’ottimizzazione dei trasporti in modo da trasportare la stessa merce con un fabbisogno di mezzi di trasporto minore. Le innovazioni tecnologiche apportate ai veicoli non sembrano però in grado, da sole, di risolvere i problemi energetici e di emissioni di gas-serra, poiché l’aumentata efficienza dei singoli veicoli non basta a controbilanciare la continua crescita del traffico; pertanto, a fronte di una progressiva riduzione dei consumi unitari a parità di modello di veicolo, i consumi totali di energia del settore continuano a crescere.

Il modello può essere inteso come l’adozione di nuove forme organizzative per la gestione dei trasporti. Come esempio si può considerare l’applicazione della city logistics in grado di ridurre il flusso dei mezzi commerciali nei centri abitati. La city logistics è l’insieme di misure che, con l’obiettivo di massimizzare il tasso di riempimento dei mezzi e di minimizzare il numero dei veicoli per chilometro, tenta di rendere la distribuzione delle merci in città più compatibile con l’ambiente. L’adozione di un modello presuppone dei cambiamenti organizzativi che a volte trovano un vincolo nelle resistenze culturali e nella difficoltà di fare sistema. Su questo ultimo punto l’alta frammentazione delle imprese dell’Italia (oltre il 90% di aziende con meno di 50 addetti) rende difficile l’organizzazione di metodi volti a gestire le spedizioni in maniera congiunta.

Un altro modello da considerare per migliorare la sostenibilità della logistica è la reverse logistics, ovvero la gestione del recupero dei prodotti che hanno raggiunto il punto di fine vita o che hanno esaurito la loro utilità per reimpiegarli nel ciclo produttivo. In questo ambito lo stesso prodotto deve essere progettato in modo che alcuni suoi componenti possano essere riutilizzati. La reverse logistics riduce la merce smaltita tramite incenerimento o attraverso interramento e riduce il fabbisogno di materie prime (legno, rame, acciaio, ...).